Le prime parole di Ivan Zaytsev da giocatore di Cuneo: “Convinto dalla passione delle persone”

«Una trattativa molto veloce, cotta e mangiata». Ivan Zaytsev, uno dei giocatori più iconici della storia della pallavolo italiana e mondiale, descrive così l'accordo lampo che l'ha portato a diventare uno schiacciatore di Cuneo Volley per la stagione 2025/2026, con un'opzione per quella successiva. A trasformare il rumor in ufficialità l'annuncio arrivato ieri sera durante la festa per la promozione in SuperLega dopo la finale di Supercoppa che il trentaseienne figlio d'arte - suo padre, Vjaceslav, fu un pilastro della Nazionale sovietica - ha seguito in tv. Lo Zar a Cuneo, è tutto vero. Un fuoriclasse che ha vinto tre scudetti, una Coppa Italia, tre Supercoppe italiane e una Coppa Cev, indossando le maglie, fra le altre, di Perugia, Civitanova, Modena, Mosca, a lungo uno dei leader della Nazionale italiana, con la quale ha conquistato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012 e quella d'argento a Rio 2016. Nell'ultima stagione ha difeso i colori di Monza fino a dicembre, poi è volato a Istanbul, dove ha trascinato il Galatasaray a una finale per il titolo che mancava dal 1993.
Cosa l'ha convinta ad accettare la proposta di una piazza storica come Cuneo, che si riaffaccia sul massimo campionato dopo 11 anni? «Da un lato la passione delle persone, in primis del presidente Gabriele Costamagna, dall'altro la progettualità del club. Sul primo fronte, l'intesa col presidente è stata istantanea: mi ha trasmesso la sua passione e spiegato gli obiettivi da raggiungere, facendomi sentire subito molta fiducia e responsabilità. Quel coinvolgimento l'ho riscontrato anche nel ds Paolo Brugiafreddo e in coach Matteo Battocchio, del quale ho percepito l'energia e l'intelligenza pallavolistica. Sul fronte della visione, ho trovato persone che investono tempo, pensiero e soldi in un progetto molto ben articolato: da professionista, non può che farmi piacere esserne parte».

Gabriele Costamagna ha dichiarato che lo scudetto di Cuneo sarà la salvezza. Lei finora ha quasi sempre lottato per il vertice: cosa rappresenta questa nuova dimensione? «Amo le sfide; questa è stimolante e diversa dalle precedenti, per certi versi anche più bella. Mi sento bene fisicamente e mentalmente e darò il massimo per permettere alla società di salvarsi il prima possibile in modo da poter programmare al meglio gli anni successivi; per riuscirci sarà importante trovare quanto prima un buon amalgama di gioco».
A Cuneo ha giocato più volte da avversario: come sarà farlo dalla parte giusta? «È sempre stato un piacere giocare nel Palazzetto di Cuneo, adesso lo sarà ancora di più. Ricordo i tanti fischi presi: sarà mia premura andare dai capi Ultrà di allora - credo che ci siano ancora - e parlarne davanti a un caffè. Sono sicuro che faremo amicizia, e mi auguro che ci supporteranno come hanno fatto in questa stagione. Nell'ambiente si sa che a Cuneo si sta bene ed è un ottimo posto dove giocare a pallavolo; ecco perché per decidere non ho neanche avuto bisogno di sentire Daniele Sottile, che pure è un grande amico e compagno di avventure sportive.

Dopo il 24 di Monza e il 18 di Istanbul, a Cuneo tornerà al «suo» numero 9? L'ultimo a portarlo nella massima serie fu un certo Nikola Grbic. «Spero che, per esperienza o per vecchiaia, mi venga concesso di indossare il numero 9. Grbic lo conosco molto bene, e quella squadra non si dimentica».
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